Laudato si’:
un’enciclica che esige il cambiamento degli stili di vita per la cura e la custodia della casa comune
Voglio innanzitutto sottolineare il metodo che papa Francesco utilizza nel costruire questa bella e importante lettera enciclica: il metodo induttivo e non deduttivo, mediante il processo vedere, giudicare e agire. Non si parte dalle grandi verità teologiche per poi calarle sulla realtà, ma nel guardare, leggere e scrutare la realtà per saper cogliere i segni dei tempi e la presenza di Dio in questa casa comune che è il creato. Una presenza che esprime tutto l’amore del Padre nei confronti di tutte le creature e che ci responsabilizza nel cambiamento dei nostri stili di vita.
C’è anche una prospettiva nuova che merita di essere segnalata. Questa lettera enciclica non si pone dalla parte di chi possiede la verità e cerca di offrirla, come spesso accadeva per gli altri documenti pontifici, ma ci fa cogliere che bisogna cercare la verità e non tanto darla. Cercarla addirittura insieme mediante il confronto, il dialogo e la ricerca continua. É un documento che non chiude ma apre alla ricerca e al confronto tra tutte le persone e i popoli.
La prospettiva che mi piace molto dell’enciclica è la sottolineatura del primato del bene e del buono sul male e sul peccato. Il bene non è presente solo all’origine del creato, ma è sempre presente, secondo l’enciclica, ieri, oggi e domani. Anche quando tutto sembra andare in rovina, c’è sempre il bene che può farsi strada: “Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. Non esistono sistemi che annullino completamente l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignità che nessuno ha diritto di toglierle” (n.205).
Questa è anche la prospettiva della pastorale dei nuovi stili di vita, generando in ognuno di noi la possibilità di poter sempre credere che è possibile fare qualcosa, ed in ogni momento, per cambiare rotta e realizzare giustizia, pace, amore e bellezza nella nostra casa comune, come sottolinea l’enciclica Laudato si’.
Altri aspetti molto importanti dell’enciclica, che sono pure dimensioni fondamentale del progetto pastorale dei nuovi stili di vita, sono: la centralità della categoria della relazione, diventandone un paradigma fondamentale per la cura e la custodia del creato. Tutto è in relazione e tutto è connesso (n. 137-138). Laudato si’ ci parla delle tre grandi relazioni: con Dio, con il prossimo e con la terra (n.66); la convinzione che tutto è un dono di Dio e per cui tutto il creato appartiene al Padre e noi non siamo padroni ma solo amministratori seguendo i verbi biblici coltivare e custodire.
L’enciclica fa emergere la radice umana della crisi ecologica (capitolo terzo), come pure la responsabilità umana nei confronti del degrado ambientale, sociale e umano sempre più preoccupante. Per questo si parla di due grandi clamori, il grido della terra e il grido dei poveri (n. 49), fin dall’inizio dell’enciclica, che hanno la stessa radice. Come pure non parla di due crisi separate: quella ambientale e quella sociale, ma un’unica grande crisi socio-ambientale.
Ecco quindi la grande attenzione dell’enciclica ai nuovi stili di vita. Il sempre più grave problema socio-ambientale è una questione di stile di vita, sottolinea Laudato si’ nel n. 161. Per questo, papa Francesco richiama fin dai primi numeri che “L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano” (n.23). C’è nell’enciclica un crescendo impressionante di richiesta per nuovi stili di vita: mediante nuove pratiche (n. 177), stile di vita alternativo (n. 200 e 208), nuovi atteggiamenti e stili di vita (n. 202), nuove abitudini (n.209), piccole azioni quotidiane (211), l’importanza dei semplici gesti (n.230-231). Inoltre papa Francesco fa molti esempi di cambiamenti dal basso promossi da gruppi, associazioni, movimenti, comunità, persone, reti… È impressionante la concretezza che viene espressa molte volte per far cogliere che è possibile cambiare dal basso, ma coinvolgendo anche la dimensione comunitaria e fino alla responsabilità della politica. Quello che noi chiamiamo i tre livelli: personale, comunitario ed istituzionale.
Vorrei concludere con questo annuncio importantissimo fatto da questa stupenda lettera Laudato si’: “Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente” (n. 212).
E allora, adesso posso dire con maggior fermezza, mediante l’appoggio dell’enciclica: è possibile cambiare il mondo con i nuovi stili di vita.
Padova, 15/09/2015
Adriano Sella
(discepolo e missionario dei nuovi stili di vita)