Nel domani del virus.
Trenta nuove prassi rese necessarie dal Covid-19:
una al giorno
Da ormai tanti anni, con il mio gruppo di lavoro, siamo impegnati nello stimolare al cambiamento, educando a nuovi stili di vita e cercando di costruire un domani davvero migliore per tutti.
Siamo stati mossi dalla convinzione che questo modello di sviluppo non funzioni, anzi stia danneggiando la Madre Terra, e anche tutte le sue creature; coscienti che non possiamo più perpetuare in questo stile di vita dal forte impatto non solo ambientale, ma anche umano, mentre aumenta sempre più il grido della terra e dei poveri, ci siamo mossi per virtù perché crediamo che un altro mondo sia possibile.
Non è possibile continuare a guardare da lontano all’enorme impoverimento che sta colpendo soprattutto le popolazioni del Sud del mondo, mediante un sistema economico-finanziario di sfruttamento della manodopera e delle risorse naturali. Come non indignarci? Anche di fronte al processo di impoverimento a livello relazionale, soprattutto delle popolazioni del Nord del mondo, immerse in un consumismo spietato, ingrassati una miriade di oggetti ma svuotati dall’essenziale: le relazioni umane, per una vita davvero felice.
Tutte le energie per fare campo – come si usa dire in questa era digitalizzata – si sono trasformate in azioni, prassi e abitudini stimolate dalla convinzione di una rivoluzione coraggiosa verso un cambiamento e dal sogno di un mondo nuovo. Questo movimento di cambiamento è stato altamente rafforzato e sostenuto dalla bella e importante enciclica di papa Francesco. Infatti, la Laudato si’ dichiara almeno ventun volte che l’attuale stile di vita non sia più sostenibile e perciò, sottolinea almeno trentacinque volte, bisogna puntare su nuovi comportamenti più responsabili.
Nel tempo del Coronavirus, è diventata una grande necessità. Un piccolo e invisibile virus ci ha dato una lezione magistrale: non si può continuare così e nemmeno possiamo pensare di ritornare come prima. Bisogna cambiare e agire con coscienza e coraggio per un ritorno non al passato, come hanno dichiarato i giovanissimi del Fridays for Future, ma un ritorno al futuro.
Allora, trasformiamo questa necessità, nel “dopo virus”, in un grande opportunità di cambiamento per poter raccogliere già domani i primi germogli di un mondo migliore.
(Introduzione del libro)