L’accoglienza è uno stile di vita che ci rende umani
Accogliere è voce del verbo umanizzare. L’accoglienza è molto importante, oggi vissuta anche nei confronti di tante persone che vengono da lontano: gli immigrati che scappano da conflitti, da guerre e dalle devastazioni dei loro territori a causa di un sistema economico-finanziario che è depredatore di madre terra, impoverendo soprattutto le popolazioni del sud del mondo e scartando tante persone di là ma anche di qua.
Accogliere significa diventare umani e fare come ha fatto la Terra nei confronti dell’umanità. Dobbiamo ricordarci che siamo tutti ospiti su questo pianeta terra, sentendoci parte dello stesso destino e responsabili per costruire un futuro dove ognuno si senta accolto e amato nel grembo di madre terra.
L’accoglienza è far esistere una persona umana, così come è avvenuto per ciascuno di noi quando siamo stati accolti nelle braccia dei nostri genitori, abbandonando il grembo materno e sentendoci accarezzati dalla luce della vita.
Per cui, non si può essere umani senza l’accoglienza degli altri. Tanto più per essere cristiani, perché l’accoglienza è un’esigenza evangelica fondamentale. Senza lo stile dell’accoglienza, forse uno può sentirsi un bravo cattolico ma non è cristiano.
L’accoglienza è inoltre uno stile di vita che ci permette di capire il clamore dei poveri e il gemito di coloro che vengono scartati, aiutandoci a percepire le ingiustizie sociali e stimolandoci a mettere in atto percorsi di giustizia e di pace, e non più di assistenzialismo, rimuovendo così le cause che generano questi fenomeni migratori.
L’accoglienza è anche uno stile di vita che ci aiuterà ad accogliere meglio il vicino di casa, come pure quello dentro la nostra casa. Allenandoci così ad accogliere il diverso, che a volte non è tanto lo straniero e l’immigrato, ma quello che abita con noi.
Accogliere non significa dire “poverino” e offrire appena l’elemosina, ma vuol dire far entrare nella nostra vita la diversità nella sua complessità, fino a cogliere quale percorso bisogna mettere in atto per liberarci gli uni e gli altri da una globalizzazione disumanizzante e depredatrice di madre terra.
Uno stile di accoglienza che arriva fino a rimuovere la cause di questi fenomeni migratori è, per esempio, far nostro il voto del portafoglio quando andiamo a fare la spesa: scegliendo la filiera economica che non sfrutta la manodopera delle popolazioni del sud del mondo, ma che s’impegna a pagare un prezzo giusto a chi lavora, come fa il commercio equo e solidale; che non inquina l’ambiente ma lo rispetta senza più usare pesticidi e diserbanti; che favorisce le agricolture locali di sussistenza dei popoli del mondo e non più le monoculture che riempiono i nostri ipermercati per il primato del profitto.
Infine, voglio sottolineare che tutte quelle persone beneficiate dalla filiera etica della produzione e distribuzione del prodotti, così come fa il commercio equo e solidale, non hanno bisogno di prendere la strada delle migrazioni, perché uscendo dalla miseria e vivendo una vita dignitosa vogliono rimanere nella loro terra che amano.
Non accogliere significa continuare con lo stile di vita che abbiamo e che sta depredando madre terra, ma che è anche responsabile di questa economia che uccide, come dichiara spesso papa Francesco, e del suo sistema finanziario che sta impoverendo i popoli, soprattutto quelli del sud del mondo, come pure del divario tra i pochi ricchi e i tanti poveri che sta aumentando anche nei nostri paesi del nord del mondo.
Voglio manifestare tutto il mio appoggio e sostegno a tutti coloro che s’impegnano ad accendere l’accoglienza verso gli altri, oggi soprattutto verso gli immigrati, mediante tanti percorsi che ci rendono tutti più umani.
Accogliere è voce del verbo umanizzare!
Padova,14/05/2015
Adriano Sella
(missionario e discepolo dei nuovi stili di vita)