Un Dio a Km. 0 è il Padre di Gesù

abbraccio del Padrekm zero

Un Dio a km. 0  è  il Padre di Gesù Cristo

Matteo era un uomo molto impegnato nella sua vita ed aveva tutto. Tuttavia, egli sentiva dentro di sé una nostalgia verso qualcosa che andava ben oltre alla propria esistenza. Non soddisfatto di tutto quello che possedeva, un giorno si mise a cercare Dio perché lo voleva incontrare a tutti i costi, poiché la voglia di assoluto era cresciuta enormemente dentro la sua anima.

Matteo intraprese varie strade alla ricerca di Dio. Salì su diversi pullman che andavano verso vari santuari, mescolandosi tra i pellegrini. Visitò varie cattedrali molto frequentate da credenti. Iniziò, come tanti altri, a raggiungere i luoghi delle apparizioni della Madonna. Partecipò a grandi celebrazioni dove c’erano moltitudini di fedeli. Diventò pellegrino in Terra Santa, nei luoghi di Gesù. Infine, trascorse dei periodi in vari monasteri sparsi nel vecchio continente, come pure nell’oriente del buddismo. Ma dopo le prime fasi di emozioni anche profonde, percepì che non aveva incontrato Dio, anche se aveva fatto tanti e tanti chilometri ed aveva vissute varie esperienze religiose.

Matteo, data l’età avanzata, non aveva più le forze per cercarlo in altri posti sperduti in questo pianeta terra. E allora, rassegnandosi ritornò alla sua vita privata nella sua casetta, dove la malattia gli fece visita. Un giorno sentì bussare alla porta e si chiese chi potesse essere, visto che lui non aveva amici e le ultime visite erano accadute molti anni prima. Aprì la porta e si trovò davanti i vicini di casa, i quali gli chiesero se aveva bisogno di aiuto, poiché non vedendolo uscire di casa erano molto preoccupati e gli porsero le loro mani solidali. Matteo accettò volentieri perché aveva davvero bisogno di aiuto e si lasciò accudire dall’amore dei vicini di casa, i quali ogni giorno cominciarono a visitarlo offrendo la loro solidarietà e la loro vicinanza. Questo amore dei vicini di casa lo fecero emozionare tanto, fino a piangere, sentendo dentro di sì un calore umano che lo sedava per la prima volta da quella nostalgia dell’assoluto.

Allora, rientrato in sé, ripercorse tutte le migliaia di chilometri fatti per cercare Dio e si accorse che l’aveva trovato lì, dentro la sua casa, e che si era manifestato mediante l’amore dei vicini di casa.

È quello che, in maniera sublime, ci rivela l’evangelista Giovanni: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv. 14,23). Nel capitolo precedente, Gesù ci rivela qual è la condizione essenziale per essere cristiani, e lo fa nel contesto dell’ultima cena, dopo la lavanda dei piedi: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri“(Gv. 13,34-35).

Ecco qual è il comandamento nuovo: amare come ha fatto Gesù mediante la lavanda dei piedi, ossia attraverso il servizio. Questo è il distintivo del cristiano e questa è la condizione essenziale per incontrarsi con Dio, anzi è il Padre stesso che prenderà dimora presso di noi.

Il biblista Alberto Maggi, commentando il capitolo 14 del Vangelo, scrisse: “Nell’Esodo Dio aveva posto la sua dimora in una tenda in mezzo al popolo, e camminava con esso guidandolo verso la libertà. Poi Dio venne come sequestrato dalla casta sacerdotale e relegato in un tempio dove non a tutti era possibile l’accesso, alcuni erano esclusi e quelli che erano ammessi lo erano soltanto a determinate condizioni, con determinati cerimoniali e soprattutto attraverso il pagamento di tributi e offerte. Con Gesù Dio ha abbandonato definitivamente il tempio e, come ha scritto Giovanni all’inizio del suo vangelo, ‘ha posto la sua tenda fra noi’. È iniziato un nuovo Esodo, cioè un cammino nuovo di liberazione dove ogni discepolo del Cristo diventa la sua dimora divina”.

Per cui, la nuova dimora di Dio siamo noi che diventiamo il suo santuario. Il Dio di Gesù Cristo non è quindi una realtà esterna e lontana dall’essere umano ma è dentro di noi e ha un nome: Padre. La nostra relazione con Dio diventa quindi da figlio e non più da servo. E lo possiamo incontrare, ci rivela l’evangelista Matteo, soprattutto nel povero e nell’emarginato: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi … tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt.25,35-36).

Il Padre di Gesù è davvero un Dio a kilometro zero, poiché Egli vive in noi e lo possiamo incontrare nell’altro.

E allora, perché lo cerchiamo lontano facendo molti chilometri?

Tramonte – Padova, 20 maggio 2013

Adriano Sella

(missionario e discepolo di Gesù Cristo)

e-mail: adrianosella@virgilio.it

sito: www.contemplazionemissione.wordpress.com

skype: adrigocce

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