Natale: Dio con noi con il volto della Crisi

giovane veros DioNatale: Il Dio con noi col volto della Crisi.mano di Dio

Da anni si parla della crisi che è ancora in atto. Una crisi che preoccupa tutti e che ha suscitato varie e differenti reazioni, ma sopratutto tante preoccupazioni e paure fino alla scelta più estrema del suicidio. Una crisi che viene vista male da molti e vissuta con sofferenza, o addirittura come un dramma. I mass media la presentano troppo spesso, o quasi sempre, con questo volto traumatico.

Vorrei leggere questa crisi più in profondità con la luce del Natale, facendo miei gli occhi di Dio che sa scrivere il bene anche sulle righe storte, senza rimanere ad un livello di pelle o di pancia ma cogliendo anche i vari e tanti segnali positivi di questa crisi.

La parola crisi secondo la sua etimologia significa un momento di riflessione e di discernimento per un miglioramento, o addirittura per una rinascita o un rifiorire. E quindi, la crisi può diventare anche un’opportunità di cambiamento della vita per un di più. Infatti, quante crisi personali sono diventate salutari perché hanno aiutato a maturare e a capire l’essenziale della vita.

Questa crisi, che è in atto da anni, va osservata e colta anche dai suoi risvolti positivi che non sono pochi, i quali stanno promuovendo dei cambiamenti a vari livelli per una vita sobria, essenziale e di qualità.

Dobbiamo ammetterlo: eravamo arrivati a tenori di vita e livelli di consumi non più sostenibili, non solo dal punto di vita ecologico a causa del loro forte impatto ambientale, ma anche dal punto di vita umano per il grave impoverimento relazionale e la riduzione della persona ad un tubo digerente per poter sostenere l’altissimo livello di consumismo, ma anche sociale per l’aumento molto preoccupante della corruzione e della violenza a causa del primato del denaro. Diversi avevano percepito che non si poteva più continuare così e che bisognava cambiare questo modello di sviluppo, mediante il nuovo paradigma del ben vivere che si basa sulla qualità della vita e non più sulla quantità di ricchezza economica, superando l’unico indicatore di benessere che ha dominato i popoli in questi anni, chiamato P.I.L.

La crisi sta diventando un volano nel percepire questa verità e nel contagiare le persone a cambiare stili di vita. È proprio vero: se non si cambia per virtù, si dovrà cambiare per necessità.

Le riflessioni e i cambiamenti provocati dalla crisi sono molti. Ne raccolgo solamente alcuni per dare visibilità a questo volto positivo della crisi:

  • La vendita delle biciclette ha superato quella delle automobili, costringendoci a far nostra la mobilità sostenibile a causa del caro benzina. Come pure è aumentata in questi ultimi anni la vendita di biglietti e abbonamenti dell’autobus e del metrò, perché la gente lascia a casa l’automobile e usa di più i mezzi pubblici.

  • Lo spreco a vari livelli sta diminuendo molto perché la gente è sempre più attenta a non gettare via subito le cose. Anche nei cassonetti dell’umido c’è molto meno cibo sprecato. I risparmi stanno aumentando sempre più a vari livelli: nel campo energetico, dell’acqua, dell’uso delle cose.

  • Le varie erre (recuperare, riutilizzare, rivalorizzare, riparare…) stanno diventando sempre più percorsi quotidiani delle persone, superando la cultura dell’usa e getta e cominciando a usare meglio le cose. Infatti, stanno aumentando sempre più i mercatini e i negozi dell’usato, dove si riutilizzano gli oggetti e i vestiti.

  • Nel campo dei consumi c’è sempre più attenzione e sobrietà, cercando di comprare quello che è necessario e utile, riducendo il superfluo.

  • I consumatori si stanno organizzando insieme con creatività per poter comprare direttamente dai produttori, spendendo meno e acquistando prodotti di qualità garantiti dall’alleanza con i produttori. Si chiama filiera corta che è promossa dai gruppi di acquisto solidale in continua espansione in tutta l’Italia.

  • Nel campo lavorativo, dove la crisi fa soffrire di più a causa di mancanza di lavoro, è nata la disoccupazione creativa ossia persone che riescono ad inventare nuovi lavori, generalmente lavori socialmente utili, oppure organizzare forme lavorative nuove, facendo crescere l’esperienza delle imprese etiche. L’agricoltura è quella che sta occupando molti lavoratori, soprattutto giovani, che riprendono il contatto con la terra. Si stanno recuperando vari lavori artigianali nel campo del recupero e della riparazione degli oggetti: calzolai, sarti…

  • Diverse famiglie che vivono nei condomini si stanno organizzando e riescono a realizzare i condomini solidali, per poter recuperare la solidarietà del vicinato e condividere saperi e scambiarsi servirsi, superando il pericolo della solitudine e trasformando il condominio da trincea per poter difendersi dai vicini di casa ad una dimora di convivenza positiva.

  • Persone che escono dal proprio isolamento creato dalla sicurezza economica per poter incontrare gli altri, riscoprendo la bellezza della solidarietà e dell’affrontare i problemi della vita insieme e non più da soli.

  • Cittadini che fanno esperienza come il cooperare è molto più vantaggioso che il competere, anche a livello economico, percependo la ricchezza del condividere e superando la freddezza dell’eliminare il nemico.

  • La crescita della coscienza, da parte di varie persone, che la felicità della vita non sta nell’accumulazione di tante cose ma nella qualità della vita mediante i beni relazionali, riscoprendo che le cose sono solamente utili mentre l’essenziale sta nelle relazioni umane, arrivando finalmente alla scelta di uscire dalla solitudine per poter incontrare l’altro.

Potrei continuare a lungo nel raccontare tanti aspetti positivi della crisi. Allora, possiamo affermare che siamo di fronte non a dei dolori di aborto, dove tutto sembra morire, ma a dei dolori di parto dove una nuova vita sta per venire al mondo generando gioia.

Il Natale ci parla di un Dio con noi, l’Emmanuele, nato a Betlemme e fattosi carne in Gesù di Nazaret. Un Dio che venendo in mezzo a noi ha generato un profondo ed energico cambiamento della storia dell’umanità per un futuro davvero migliore e ricco dell’amore di Dio.

La crisi in atto, come abbiamo tentato di far cogliere, sta provocando il cambiamento della nostra storia. E allora, non potrebbe essere un segno dei tempi, come sottolineava il Concilio Vaticano II, dove Dio esprime la sua azione benefica?

Dio continua a venire in mezzo a noi perché è un Dio a km 0 e quest’anno potrebbe manifestarsi col volto della crisi. Un Dio che è davvero Padre e Madre. Il Dio di Gesù bambino, come migliore compagno di viaggio, ci vuole condurre a riscoprire sempre meglio l’essenziale della vita, senza perderci più nell’illusione del possedere, ma aprendoci alla bellezza della condivisione e della logica del dono come principali fautori di una vita ricca di amore.

Accogliamo, quindi, il Dio con noi con questo volto della Crisi, per poter cambiare la nostra vita e renderla sempre più ricca dell’umanità del Dio bambino!

Padova 20 dicembre 2013

Adriano Sella

  

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