L’Intifada del cielo
Piovono pietre. Un segnale che non possiamo più continuare così?
Tra i tanti cambiamenti climatici che sono in atto in questi anni, ci sono alcuni fenomeni che stanno diventando sempre più disastrosi, in quanto si presentano con una tale ferocia che fanno davvero paura. Non solo le trombe d’aria stanno diventando sempre più dei veri tornado che riescono a far volare oggetti pesanti, scoperchiando tetti e sradicando alberi. Ma anche bombe d’acqua che rovesciano una tale quantità d’acqua da causare alluvioni con ingenti e gravi danni alla popolazione e al territorio.
Ora anche la tempesta non è più come quella che conoscevamo. Infatti, in queste settimane è caduta dal cielo una grandine devastante, soprattutto nel Nord d’Italia. Si è trattato di violente grandinate con chicchi di ghiaccio grandi quante le palle da tennis. Vere pietre che sono cadute dal cielo e che hanno danneggiato fortemente le auto con vetri letteralmente frantumati, impianti fotovoltaici seriamente danneggiati, tettoie in frantumi, tetti forati, lucernari a pezzi e colture disastrate. Le reti antigrandine convenzionali sono diventate obsolete di fronte ad una grandine di queste dimensioni.
Tanti hanno dichiarato che non avevano mai visto una cosa simile in tanti anni di vita. Questa espressione sta diventando abitudinaria nei confronti di tanti cambiamenti climatici che stanno avvenendo sempre più frequentemente. Ormai gli eventi catastrofici, chiamati anche calamità naturali, non sono più straordinari ma stanno diventando sempre più ordinari. In ogni stagione accade qualcosa di travolgente che ci ricorda che i cambiamenti climatici non sono più un ricordo, ma il pane amaro della vita quotidiana.
In questi anni sono usciti tanti studi scientifici sui cambiamenti climatici che evidenziano come la grande causa è l’azione umana, fino al punto che vari scienziati hanno iniziato a parlare di antropocene nel far cogliere che l’attuale era geologica è segnata massicciamente dall’attività umana. Il Premio Nobel per la Chimica Paul Crutzen utilizzò questa definizione antropocene durante il convegno internazionale dell’IGPB del 2000 e successivamente lo formalizzò nell’articolo Geology of mankind, pubblicato nel 2002 nella rivista scientifica Nature: una delle più antiche e importanti riviste scientifiche esistenti. Nel 2005 la Mondadori pubblica il suo libro Benvenuti nell’Antropocene. L’uomo ha cambiato il clima, la Terra entra in una nuova era, dove Crutzen fa emergere come l’attuale era geologica è segnata dall’azione umana, ridisegnando e influenzando profondamente il pianeta. Lo scienziato dimostra, ripercorrendo i punti salienti della storia del nostro pianeta nell’ultimo secolo, che siamo noi umani la causa principale della variabile geologica. Ossia l’Antropocene siamo noi sia nel bene che nel male. Per cui, è nostra la responsabilità del futuro del pianeta. Così come il movimento Fridays for Future lo grida da anni attraverso le sue tante manifestazioni in tutto il globo.
In questo XXI secolo sono stati pubblicati due documenti molto autorevoli che si sono diffusi enormemente nel mondo, generando tante riflessioni, convegni, dibattiti, azioni di denuncia, campagne di sostegno e processi di cambiamento nel mondo. La “Carta della Terra” del 2000 che è un’espressione della società civile mondiale, denunciando il forte e grave impatto ambientale causato dai sistemi dominanti di produzione e consumo e annunciando i principi fondamentali e le azioni umane per poter custodire il pianeta terra. L’enciclica Laudato si’ di papa Francesco del 2015 fa cogliere molto bene il nesso tra l’inquinamento causato dall’azione umana e i cambiamenti climatici, facendo un forte appello a tutta l’umanità di invertire la rotta mediante un altro stile di vita per la cura della casa comune.
La caduta dal cielo di grandine come pietre, avvenuta in questi giorni, non è assolutamente da interpretare come un castigo di Dio, come alcune voci integraliste vorrebbero far passare. Mi sento molto lontano da questa lettura di stampo religioso-integralista.
Tuttavia, potrebbe essere un segnale dal cielo per indicare che non possiamo più continuare così e che dobbiamo impegnarci, seriamente e urgentemente, per mettere in atto nuovi stili di vita.
La natura, in verità, ci dà da tanti segnali che sono stati colti dagli scienziati e che poi sono stati trasmessi dalla sapienza popolare. Pensiamo solamente ad alcuni detti popolari: “rosso di sera bel tempo si spera”; “cielo a pecorelle pioggia a catinelle”. Questi due sono detti che hanno una portata di verità scientifica, in quanto si fondano su basi scientifiche che ne comprovano la loro verità.
I nostri medici stessi ci dicono che il nostro corpo dà dei segnali precisi quando c’è qualcosa che non funziona nel nostro organismo. Quello che viene più ascoltato, infatti, è il dolore, mentre ce ne sono altri che vengono sotto valutati fino a quando la salute appare fortemente danneggiata.
La grandine in forma di pietre, caduta dal cielo, la possiamo quindi interpretare in questa ottica di un forte avvertimento: un segnale ben chiaro che abbiamo oltrepassato il limite nello sfruttamento di questo nostra sorella e madre terra e che non possiamo più trattarla come una mera merce da spremere e da speculare. Il cielo è il grande compagno della terra, per cui ci vuole avvisare che non possiamo più abusarla e violentarla a nostro piacimento, ma dobbiamo cominciare a rispettarla.
Ecco quindi l’Intifada del cielo per difendere e custodire la propria compagna terra.
Adriano Sella
(coordinatore del movimento Gocce di Giustizia,
educatore, scrittore e promotore dei nuovi stili di vita)
(articolo pubblicato su Adista Segni Nuovi del 5 agosto 2023)















